giovedì 24 ottobre 2013

Non te lo meriti

Modena. Sedicenne violentata ad una festa. Da cinque compagni. Denunciati.
Sedicenne. Violentata. Ad una festa.
Da cinque ragazzi.
Li ha denunciati.

Io non ti conosco. Non so il tuo nome. Non ti ho mai vista. Non so chi sei. Sono un'adolescente come te. Mi piacciono i colori sgargianti, i film Disney ed uscire con i miei amici. Odio i trattati sull'adolescenza etichettata come l'età di merda quasi quanto quelli sugli adolescenti dipinti come una massa amorfa di esseri non troppo pensanti, generazione di merda, senza valori, senza interessi. Detesto chi piange i "bei tempi andati" dove "questi orrori non esistevano" e le persone avevano rispetto e non c'erano gli stupri e i ragazzini erano beneducati e facevano posto alle signore anziane in tram. Vorrei dire loro che questi bei tempi andati non se ne sono "andati" da nessuna parte, ma non sono proprio mai arrivati. Tu sei andata ad una festa, come milioni di ragazzi ogni sera vanno ad una festa, mi ci metto anche io. Lui ci va per divertirsi, lei per ballare, uno per sballarsi, un'altra perché non aveva nulla di meglio da fare, un terzo non vedeva l'ora, una quarta perché di quel locale le ne hanno parlato bene. Un'altra ancora perché le hanno detto che ci sarà il ragazzo che le piace, o la ragazza, chissà. Io non so perché tu sia andata a quella festa, quella sera, perché non ti conosco. Ma ti prego di credermi, ti prego di fidarti di me e di non dubitare quando ti dico che del perché e del percome ci sei andata, di quanto hai bevuto, di cosa indossavi, di come ti sei truccata, di quanto erano alti i tuoi tacchi (se avevi i tacchi) o corta la gonna (se non hai preferito i pantaloni), di tutto questo tu non devi rendere conto a nessuno. Non sei tu a dovere dare spiegazioni, non è compito tuo. Non devi giustificarti e chi te lo chiede non ne ha alcun diritto. Sai perchè non ne hanno diritto? Io lo so che lo sai, perché conosco il tuo coraggio. So, una delle poche cose che so di te, che hai avuto la forza di denunciare e poi ancora di tornare a scuola e l'hai fatto perché sai quello che sto per dirti: che la colpa non è tua. Quello che ti è successo è vergognoso, ma non sei tu che devi portare il peso di questa vergogna. Ricordalo, ricordalo sempre. Prendi queste parole e rendile la tua sicurezza, il pilastro sul quale poggiare le tue convinzioni e non dimenticarle mai e mai: non è colpa tua. Io non ti conosco, ma finché avrò fiato in gola e dita per scrivere ripeterò che non è colpa tua. Ogni volta che verrà insinuato il contrario io risponderò che non è colpa tua e riempirò i muri e i fogli e i siti internet e non sarò solo io ma saremo in tanti, perché credimi, fidati, siamo in tanti a pensare che non è colpa tua. Io non ti conosco. Tu non conosci me. Ma io oggi, sono qui per ricordarti che non è colpa tua, che la colpa, grave, immensa, soffocante di quello che ti è successo non è tua. E' dei tuoi carnefici. Non tua. Non devi avere vergogna, so che lo sai già, sono sicura che lo sai già, ma voglio dirtelo io che non ti conosco che non so come eri vestita o quanto hai bevuto e non mi importa perché non è importante e saperlo non cambierebbe quello che ti sto scrivendo, voglio dirti che non sei rovinata, né disonorata. Nella tua forza, nella forza della tua denuncia c'è più onore di quanto molti conosceranno mai. E tra questi molti mi ci metto anche io. Io non ti conosco e nemmeno i giornalisti che hanno parlato di te ti conoscono, né quelli della Repubblica, né quelli del Corriere, non ti conosce Concita De Gregorio, come non ti conosce Giovanardi e qualunque cosa diranno, qualunque congettura faranno su di te, sulla tua generazione, ricorda che sono solo parole, spesso sciocche, di uomini e donne che non sanno chi sei e possono solo lontanamente immaginarlo. Un'immagine offuscata da stereotipi e pregiudizi. Non possono sapere quali siano i tuoi sogni, quello che pensi, l'opinione che hanno di te i tuoi amici, i tuoi conoscenti, i tuoi genitori, i tuoi insegnanti. Forse sei una ragazza che ama leggere o magari preferisci fare attività fisica. Forse sei una ragazza studiosa o magari non ti piace la scuola. Puoi essere una ragazza a cui piace guardare i tutorial di make-up su youtube e passare le ore a sperimentare nuovi trucchi o non sapere nemmeno che cosa sia un blush. Magari sei un'appassionata di splatter o magari di film romantici, o di tutti e due, o di nessuno dei due. Forse metti le minigonne, forse non le metti, forse qualche volta le metti e qualche volta no, forse non le hai mai messe, ma pensavi di comprarne una. Può piacerti l'alcol o non piacerti o puoi essere una di quelle che beve solo Crema colada e Caipiroska alla fragola. In ogni caso, chiunque tu sia, qualunque cosa tu voglia una cosa è certa non te lo meriti. Qualunque cosa indossassi, qualunque cosa avesi bevuto, tu non te lo sei meritato, quella sera, l'orrore che ti è stato inflitto e non ti meriti tutto questo, né le paternali dei giornalisti, né le accuse dei commentatori. Allora, ti prego, per quanto possa essere difficile, per quanto possa essere dura in mezzo a tutta questa ignoranza, a questa indecenza, tu non vergognarti di te stessa, mai, non per questo, e ricordarti, cerca di ricordare che da qualche parte c'è una ragazza che ti stima. Anche se non ti conosce.
Io.
Coraggio.



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