venerdì 27 settembre 2013

Solo per la famiglia tradizionale

Oggi avrei voluto scrivere il mio quarto ed ultimo post sulle figure femminili positive nei cartoni animati. Avevo lasciato per ultima la figura migliore e più significativa e mi ero già preparata a mettermi al lavoro, ma ho deciso di far slittare il post.
Una recente dichiarazione di Guido Barilla, infatti, mi ha convinta a cambiare argomento. Sostanzialmente, il signor Barilla si è categoricamente rifiutato di fare, in futuro, una pubblicità con una famiglia gay, motivando questa sua decisione con la scelta della sua azienda di volere sostenere i valori della famiglia tradizionale, che apostrofa anche come la famiglia classica e la famiglia unita, dove la donna, precisa poi, ha un ruolo fondamentale (quello di schiava, aggiungerei io).  Non è però della condizione della donna secondo la Barilla che voglio parlare, voglio parlare del suo concetto di famiglia.
Nel caso non si fosse capito Guido Barilla è contrario alle famiglie omosessuali, tanto da non considerarle nemmeno vere famiglie, dal momento che contrappone il concetto di "famiglia" a quello di "omosessuale". Due termini che, invece, non sono opposti! Queste famiglie, fa intendere l'imprenditore, non sono le benvenute nei suoi spot, non saranno mai rappresentate dall'azienda, non ne sono degne perché non incarnano i valori tradizionali della Famiglia.
I valori tradizionali.
Mi rivolgo al Signor Guido Barilla e a tutti coloro che vorranno rispondermi, quali sono questi valori tradizionali? Per quale motivo possono esserci solo in una famiglia eterosessuale e non in una famiglia omosessuale?
Signor Guido Barilla, non so se Le capiterà di leggere questo post tra tutte le critiche che Le sono state fatte. Io sono una ragazza eterosessuale con una famiglia non tradizionale. Non vivo in una villetta, il più delle volte non pranziamo tutti insieme e sia mia madre che mio padre lavorano. Soprattutto, i miei genitori sono separati. Lo ricordo bene. Ricordo quella sera. Era Settembre, una specie di secondo anno nuovo per chi va a scuola. Quel periodo dell'anno in cui la vita quotidiana ricomincia e si porta dietro tutto il suo tran tran, i compiti, le interrogazioni, i mal di pancia da verifica a sorpresa, gli sport, la foschia autunnale milanese. Ricordo la sensazione di vuoto e di nausea quando sentì la frase "stiamo pensando di separarci" e capì che cosa voleva dire. Forse non sono state proprio queste, le esatte parole, forse sono state altre, non lo so, non lo ricordo perfettamente, ma quello che provai a quella frase, quello, giuro, non lo scorderò mai. In un attimo compresi appieno il significato delle espressioni "gelare il sangue nelle vene" e "crollare il mondo addosso". La mia famiglia, il mio mondo, quello che avevo conosciuto per tutta la mia vita si era rotto. Volevo morire. Pensai all'ingiustizia di tutto questo, pensai "perché proprio a me?" e non ottenni risposta. Pensai a tutte le volte in cui avevo sentito le mie compagne di classe lamentarsi dei loro genitori rompipalle e prendermi in giro perché ero troppo mammona, troppo attaccata alla mia famiglia, perché non ne sparlavo mai e pensai che non era giusto. Non era giusto che fosse successo a me che adoravo i miei genitori e non mi lamentavo mai di loro con terzi sognando un'altra famiglia come invece facevano gli altri ragazzi. Mi sembrò di essere la figlia più affettuosa e devota del mondo, poi la più orribile e colsi la notizia della separazione come un castigo crudele per una colpa che non sapevo quale fosse. Fu un divorzio civile, quello che secondo Danny De Vito è una contraddizione in termini, non ci furono urla, non ci furono scenate, forse i nostri vicini non se ne accorsero neppure, non subito almeno. Ma lasciò dentro di me una voragine e non potevo pensarci senza piangere. Avrei dato qualunque cosa per una "famiglia tradizionale" per tornare ad essere felici, tutti felici, come nelle Sue pubblicità, Signor Barilla.
La pubblicità.
In quel periodo, ero solita guardare la televisione durante i compiti. So che a molte professoresse e professori di greco e latino si staranno rizzando i peli delle braccia in questo momento, ma mi rilassava tradurre una versione con il rassicurante cicalare delle mie serie televisive preferite in sottofondo. Riguardavano quasi tutte le avventure di una famiglia, una famiglia non divorziata, una famiglia tradizionale di quelle che piacciono a Lei. So che sembra stupido soffrire a causa dei programmi televisivi, ma vedere tutte quelle famiglie unite, nelle serie televisive, negli spot, dove marito e moglie non litigavano mai, e quando succedeva era a causa di sciocchezze e la quiete si ristabiliva alla fine di ogni episodio e il divorzio non era contemplato, mi faceva sentire sola, sola e sbagliata. Come se fossi l'unica al mondo in una famiglia difettosa, circondata da famiglie perfette che mi rinfacciavano quanto la mia non lo fosse, quanto la mia non fosse più una famiglia. Sa, Signor Barilla, forse se in quel periodo avessi visto anche solo una pubblicità, magari una Sua pubblicità, che invece di proporre l'ennesima coppia eterosessuale felice e sorridente avesse proposto una famiglia divorziata, tutto sommato felice e sorridente o una madre single felice e sorridente o due genitori anziani o un genitore disabile, forse mi sarei sentita un po' meglio. Forse avrei realizzato prima quello di cui ora sono convinta: che la felicità è possibile anche in una famiglia non perfetta, soprattutto in una famiglia non perfetta, e che nessuno, davvero nessuno, può permettersi di decidere cosa è una famiglia e cosa non lo è. Io sono una ragazza eterosessuale con una famiglia non tradizionale. Sono fiera della mia famiglia. Amo la mia famiglia. Non ne desidero un'altra. Questo valore, il principale valore che secondo me dovrebbe essere alla base delle famiglie, di tutte le famiglie, dopo tanto tempo l'ho compreso anche io e la grande voragine ha cominciato a chiudersi, la ferita a rimargnarsi. Nulla di tutto ciò è accaduto grazie alle Sue pubblicità. Spero che un giorno comprenda anche Lei, uomo eterosessuale divorziato, che le nostre famiglie non sono inferiori a nessuno, non lo è quella della mia amica che ha i genitori che vivono insieme, né di quella del mio vicino di casa che ha due mamme, né di quella del mio compagno di corso che ha solo il padre. Mi permetta di farle notare che la sua famiglia, la sua vera famiglia, così come la mia e come la famiglia omosessuale ha qualcosa che la famiglia del Mulino Bianco non avrà mai:
esiste.
Spero che i suoi prodotti, in Italia e all'estero, verranno acquistati sempre di meno.
P.S. Qualche giorno fa ho visto questa pubblicità e nonostante siano passati ormai molti anni da quella sera di Settembre, mi ha fatto emozionare, cosa che i suoi spot non hanno mai fatto.
#boicottabarilla.

10 commenti:

  1. Posso capire il disagio ma non me la prenderei con le famiglie delle serie tv perchè anche quelle famiglie comunque esistono e raccontarle anche in maniera ironica non vuol dire denigrare gli altri. Esistono famiglie dove si litiga e poi si fa pace, non sei sbagliata tu nè loro come per fortuna esistono divorzi civili come quello dei tuoi e altri purtroppo più conflittuali. Comunque specie oggi nelle serie c'è molta pluralità ("La complicata vita di Christine" racconta di una donna divorziata che è rimasta amica dell' ex..) Barilla ha detto stronzate, va da sè.

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    1. comunque nessuno è sempre felice e sorridente nella vita (solo nelle pubblicità del mulino bianco, appunto), tantomeno se il proprio matrimonio sta finendo..è possibile tornare a sorridere, però!

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    2. Non è che me la prenda con le famiglie delle serie televisive, ma mi dispiace che sia ancora troppo spesso rappresentato un solo modello di famiglia. Vedo che adesso fortunatamente stanno prenendo piede anche i telefilm con famiglie "non tradizionali" (anche solo con un genitore single o una coppia divorziata), ma secondo me sono ancora troppo poche e soprattutto la maggiorparte di questi telefilm è destinato a un pubblico tardo adolescenziale/adulto e non ad un pubblico di ragazzini che magari si trovano a fare i conti con la scoperta della non esistenza della famiglia perfetta e che ci sono dei litigi che non si possono sanare, o magari sì, ma ci vuole del tempo. Ovviamente, non sono un'illusa, so bene che una serie televisiva ed una pubblicità non possono cancellare il dolore e non possono guarirlo, però, personalmente, posso dirti che forse mi avrebbe allentato la morsa al cuore vedere altre famiglie nella stessa situazione della mia, o comunque in una situazione più reale.

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    3. ma anche le situazioni delle famiglie unite (tipo I Robinson o La vita secondo Jim o Tutto in famiglia, Tutti amano Raymond ecc..) sono reali o comunque plausibili, famiglie così esistono e non è giusto dire che sono "perfette" nel senso di irreali perchè ci sono..con questo non voglio mettere in dubbio quello provavi soggettivamente che dipendeva dal periodo difficile che stavi vivendo
      io di serie tv ne vedo tante e vedo situazioni di tutti i tipi, non è vero che c'è un solo modello (e non è vero che quel modello non abbia riscontro nella realtà o sia sinonimo di falso)..è vero che non tutte sono adatte ad un pubblico di ragazzini ma ad esempio serie come Friends (ricordi l'ex moglie lesbica di Ross, il padre trans di Chandler?) o Modern Family (dove c'è una coppia gay che ha adottato una bimba) sono serie che farei vedere anche ad un adolescente..poi c'è Not ordinary family che ancora non ho visto..in una delle mie sit-com preferite, Scrubs, J.D. ha un figlio da una ex con cui mantiene rapporti civili, Cox torna insieme alla sua ex moglie Jordan con cui però continua ad avere un rapporto pepato e niente affatto mieloso. Ma anche serie come Pappa e Ciccia, Married with children che descrivono famiglie unite e tutt'altro che melense erano interessanti. Da La famiglia Brady fino a Una bionda per papà (brutto titolo italiano) si è parlato anche di famiglie allargate (due persone che hanno figli da precedenti unioni che si mettono insieme) e anche loro esistono. nella serie tv di Disney Channel zack e Cody erano figli di una divorziata. E Barney Stinson di How i met your mother è figlio anche lei di una mamma single
      Poi tra le famiglie unite non posso non citare la mia preferita: la Famiglia Addams..ecco loro sono i soli che chiamerei "irreali"..ma tutti gli altri no. Nella vita ci sono rotture che non si sanano e altre che si sanano..litigi e discussioni che segnano rotture e altri litigi in cui dopo più o meno tempo c'è una riconciliazione
      Poi è chiaro che trattandosi di sit-com non troverai situazioni davvero tragiche ma tutto viene affrontato con leggerezza (che non è superficialità) perchè il genere è quello. Ne avrei di esempi da fare ma penso di essermi spiegato chiaramente..ciao

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    4. comunque la famiglia o meglio le famiglie sono un serbatoio di storie e trame praticamente inesauribile perciò la narrativa non può non occuparsene

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    5. cioè gli Addams sono "irreali" in senso buono..intendiamoci, io li adoro..non sono come il mulino bianco!

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    6. Deve occuparsene, però sarei più contenta se venissero presentate più modelli di famiglie. Tu ne hai portati molti esempi, è vero, però sostengo che molte di queste serie televisive non siano molto conosciute dai bambini o dai ragazzini, perché hanno un target differente (io ad esempio conoscevo solo Zack e Cody tra quelli che hai citato tu, fino a qualche anno fa, e ammetto che mi era piaciuta non solo l'idea della madre single, ma anche della scelta di fare apparire il padre in alcuni episodi in modo da poter esplorare il rapporto dei ragazzi con lui; una scelta ben congeniata, insomma). Per il resto sono anche io una grande estimatrice della famiglia Addams u.u

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    7. a parte zack e cody che è targata disney channel le altre non sono specificatamente per bambini, in effetti...ci tenevo solo a dire che possono esserci tante situazioni possibili (tra le tante appunto situazioni in cui si torna insieme, altre volte non si torna insieme più)..spero trovino il modo di raccontarle anche ai bambini, dei passi avanti si stanno facendo

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  2. Sono questi blog che mi fanno desiderare la soppressione della libertà di opinione

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  3. Dal momento che io invece sono per la libertà di opinione (nel rispetto degli altri, ovviamente) e non mi piacciono le provocazioni sterili, vorrei chiederti il perché di questo tuo commento.

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