venerdì 6 dicembre 2013

Regali di Natale (cosa speriamo di trovare sotto l'albero)

Non so ne ve ne siete accorti, ma sta arrivando Natale. Non provateci nemmeno a lamentarvi delle tremila decorazioni sbrilluccicose su ogni balcone che vi fanno rischiare un attacco epilettico mentre siete alla guida e nemmeno dei Babbi Natali impiccati alle finestre che immancabilmente qualche sciura scambia per ladri rischiando l'infarto. Non lamentatevi perché qui in Inghilterra gli addobbi hanno cominciato a metterli a Novembre, subito dopo il Guy Fawkes Day che, per chi fosse carente in storia anglosassone e a digiuno da V per Vendetta, è il 5 Novembre. La verità è che, premessa cinica a parte, io amo il Natale. Sul serio, amo pure la ressa nei centri commerciali, specialmente se giustificata dall'arrivo dei mercatini artigianali. Quando arriva il momento di decorare l'albero fremo e ogni anno in famiglia si compra immancabilmente un'altra pallina, finché non si deve cambiare l'albero... o cambiare casa. Una delle cose che adoro di più del Natale sono i giocattoli. A me i giocattoli piacciono, mi piace andare in giro per i negozi e vedere che cosa si vende. Se i giocattoli per le bambine sono tutti rosa o ci sono altri colori se i reparti di giochi "da maschio" e "da femmina" sono ben separati, non così definiti o addirittura inesistenti come a La Città del Sole o Imaginarium (essendo anche questo arrivato finalmente nella mia città posso fare festa!). Mi piace vedere i giocattoli più venduti e riflettere. Cosa sono? Come ci si gioca? C'è un modo giusto o sbagliato per giocarci? Cos'hanno che piace tanto? Perché? A me sarebbero piaciuti da piccola? Ci avrei giocato? Ci giocherei adesso? Con il teatrino da costruire che ho visto oggi eccome se giocherei! Insomma, se non lo avete ancora capito in questo post parlerò di regali di Natale, soffermandomi in particolar modo sui giocattoli. L'anno scorso il blog Un altro genere di comunicazione aveva stilato una lista di giochi indesiderati perché alimentanti stereotipi di genere. Potete trovare il post qui e quello di quest'anno sempre sull'argomento Regali di Natale qui. Dico subito che secondo me pochi giocattoli, o almeno non tutti quelli che di solito vengono definiti come tali, sono sessisti. Cicciobello, per dire, a mio avviso non è sessista. Rappresentare sempre e solo delle bambine che giocano con lui, magari truccate e dall'atteggiamento lezioso lo è. Allo stesso modo, non sono sessiste le hottweels, ma tonnellate di pubblicità dove non si vede nemmeno una bambina lo sono. Sembra che gli unici giochi con cui i bambini siano "autorizzati" a giocare insieme siano i giochi di società, quelli all'aperto e qualche peluche non troppo infiocchettato. E a proposito di peluche, tremate genitori, è tornato Furby, uno dei più fastidiosi ed orripilanti giocattoli della storia risbuca dagli anni '90 dove speravamo tutti di averlo lasciato per sempre, io almeno sì. Ho sempre odiato Furby, è un peluche che dovrebbe ispirarti tenerezza, ma che è, senza mezzi termini, brutto. Un incrocio venuto male tra un robot e una gallina con una voce starnazzante e un linguaggio incomprensibile. Ed io dovrei coccolare quel coso? Ma anche no! Posso fieramente affermare che nella mia lista di doni a Babbo Natale il tecnologico pennuto non ci è mai entrato, in compenso ci è entrato ben di peggio. Visto che sono sull'argomento Furby, non capisco perché per reclamizzare il giocattolo siano stati scelti come testimonial Filippa Lagerback, Alessia Marcuzzi, Federica Pellegrini e (forse loro sono un po' più plausibili) gli One Direction. Il Furby non dovrebbe avere come target bambini dai sei ai dieci anni? Mi state forse suggerendo che un bambino di otto anni sa chi è la Marcuzzi e si rallegra nel vederla giocare con un Furby? Altra perplessità, tra le novità di Furby c'è che può venire collegato a i-phone e i-pad e interagire con una serie di app da scaricare. Devo dedurre che si suppone che il target del prodotto abbia un i-phone o un i-pad di proprietà o che se lo faccia prestare dai genitori e quindi che i suoi genitori abbiano un i-phone e un i-pad o ancora che l'acquisto del furby possa ventilare il successivo acquisto di un i-pad? Vedeto quanti ragionamenti partendo da un pennuto robot? Torniamo all'argomento principale del post, ho deciso di redigere anche io una lista di regali per questo Natale, in questo caso però non saranno regali sconsigliati, ma regali consigliati, ché si sa a me piace vedere il bicchiere mezzo pieno.
E scovare le cose belle.

Puzzle e giochi di società 
Dicono che assieme ai giochi da fare all'aria aperta, i puzzle e i giochi di società siano quelli dove le differenze e gli stereotipi di genere vengano meno e dove i bambini e le bambine possano giocare insieme in libertà senza sentirsi dei "maschiacchi" o delle "femminucce". Se infatti un bambino e una bambina si arrampicano sugli alberi, vanno in altalena e sfrecciano in bicicletta allo stesso modo senza stare a pensare se uno scivolo sia da maschi o da femmine, sempre allo stesso modo risolvono un puzzle o cercano di arrivare per primi all'ultima casella del gioco dell'oca, non badando se i loro compagni o avversari siano femmine o maschi. Io poi guardo sempre con un sorriso ai giochi da fare in tanti e magari anche con i propri genitori, visto che le vacanze natalizie sono un'occasione anche per passare del tempo insieme. Abbiate però pietà e non regalate puzzle a bambini che li lancerebbero volentieri fuori dalla finestra come la sottoscritta. Per quanto riguarda invece i giochi di società condivido con voi i miei preferiti
- Monopoli, l'infinito gioco che trasforma anche il più innocente dei poppanti in uno spietato Rockfeller
- Risiko, se Monopoli trasforma i bambini in Rockfeller questo vi tira su dei piccoli Napoleone. Inoltre è decisamente consigliato per bambini dai 9/10 anni in su, più piccoli rischierebbero di annoiarsi a morte
- Twister, non so se conti proprio come un gioco di società, ma è sempre stato uno dei miei sogni mai realizzati. L'ho sempre voluto e non l'ho avuto mai (mia madre comprò per sbaglio a me e mia sorella Twister moves che era un gioco di danza)
- il Salva le scimmie, che consiste nello sfilare da una palma di plastica una serie di bastoncini colorati senza fare cadere a terra le scimmiette che vi sono appese sopra (ovviamente vince chi alla fine ha fatto cadere meno scimmie).
Salva le scimmie


E il mio preferito
- Cranium. Il Re dei giochi di società a mio avviso, una delle invenzioni più brillanti degli ultimi decenni. Il gioco è strutturato come un gioco nell'oca, ossia, si parte da un punto per arrivare a un altro e vince il segnalino che arriva per primo. Come si può vedere dall'immagine ogni casella è di colore diverso (verde, viola, blu, rosso e giallo) a seconda del colore il giocatore, per andare avanti, deve superare una sfida, cantare o mimare, rispondere a una domanda di cultura generale, risolvere un rebus, disegnare o modellare con la creta. E' un gioco adatto sia agli adulti che ai bambini (specialmente se giocano con i genitori e consiglierei almeno di otto anni) perché mentre ai "grandi" possono essere riservate le domande di cultura generale e i mimi di personaggi sconosciuti a un ottenne (come Vanna Marchi o Vittorio Gassman) i bambini possono disegnare, modellare con la creta e imitare personaggi più alla loro portata come Batman e Cappuccetto Rosso.
Io ci passo le serate con gli amici. Sono seria.


 I libri

Amo leggere e ho sviluppato questa passione fin da bambina, va da sé quindi che tra i miei regali di Natale e di compleanno ci sia sempre stato qualche libro, alcuni anche parecchio discutibili, perché quando si ha una nonna che prende per una fiaba un libro di satira politica e ti regala "Biancaneve e i 100 nani" i risultati non possono essere che comici. Per i bambini di età prescolare che non sanno ancora leggere o sono capaci giusto di compitare qualche frase propongo, senza distinzione, più o meno tutti i libri della casa editrice LO STAMPATELLO che proprio in occasione della festività in arrivo ha allargato il suo catalogo con simpatici nuovi arrivi. Qui un elenco dei miei libri preferiti
-Piccolo Uovo (Premio Andersen). Un po' perché amo i disegni della Pimpa, un po' perché la semplicità e la naturalezza con quale viene affrontato il tema dell'omogenitorialità e non solo è quasi sorprendente io questo libro lo adoro e l'ho adorato. Credo che il suo punto forte sia che tutti i bambini possono indentificarsi in una delle famiglie del libro, la famiglia con papà e mamma coniglio, quella delle due gatte, dei pinguini, del cane bianco e della cagnolina nera, della cangura che ha adottato un koala. Viene introdotto non solo il tema dell'omosessualità, ma anche quello delle famiglie interraziali, dell'adozione, dei genitori single che spesso vengono lasciati ingiustamente nell'ombra. Tutte le famiglie sono messe sullo stesso piano, non ce n'è una migliore o peggiore, tutte sembrano un bel posto in cui nascere.


Per chi invece è già avviato alla lettura e vuole qualcosa di più sostanzioso, consiglio alcune delle mie letture per ragazzi preferite: Ulysses Moore (il primo titolo si chiama "La porta del tempo"), Una serie di sfortunati eventi (primo titolo "Un infausto inizio"), Coraline, La bambina della sesta luna (che, in realtà, a me non piaceva, perché Nina, la protagonista mi è sempre stata incredibilmente antipatica, però devo ammettere che la trama è avvincente, anche se la caratterizzazione dei personaggi, specialmente quelli malvagi, è un po' carente, e rimane troppo fissa nello sterotipo del brutto e cattivo senza un perché, e gli amici/aiutanti di Nina li ho trovati piuttosto piattini, le illustrazioni sono molto belle e gli scenari meritano, ai bambini amanti del fantasy potrebbe interessare), viaggio del regno della Fantasia di Geronimo Stilton (ero una grande fan dei libri di Geronimo Stilton, sono stati tra i primi libri che ho iniziato a leggere da sola), qualsiasi libro di Bianca Pitzorno (tra i miei prediletti, Tornatràs, Extraterrestre alla Pari, Ascolta il mio Cuore, l'Incredibile Storia di Lavinia e il protagonista assoluto della mia infanzia, La Voce Segreta). Sono quasi tutti indicati a partire dai nove anni in su, con l'eccezione dei libri di Bianca Pitzorno, alcuni dei quali hanno anche un target più giovane o più vecchio e, per quanto riguarda Il Viaggio nel regno della Fantasia lo consiglio esclusivamente agli amanti della lettura, perché è un bel tomo di quasi 400 pagine. Vi faccio presente che molti dei libri che ho pubblicato qui sono delle saghe. Per l'amor del cielo, se volete regalare a vostro/a figlio/a, nipote, figlioccio/a, fratellino/sorellina un libro abbiate l'accortezza di controllare che il volume che state comprando non sia un sequel. Scriverò un post a riguardo prima o poi, ma mi preme fare presente che i bambini non sono degli stupidi. Se a un bambino piace leggere non vuol dire che legga anche la lista della spesa, conosce la differenza tra la lettura di un avvincente fantasy e un catalogo utensili da giardinaggio e legge non perché lo diverta pronunciare una serie di parole senza senso logico, ma perché è rapito da una storia accattivante, personaggi interessanti e vaticina preoccupato la sorte del suo eroe o della sua eroina. Se gli regalate un sequel, gli state regalando una storia già cominciata, un libro aperto a metà, con tutti i personaggi già per la loro strada e lascerete il giovane lettore a lambiccarsi su come siano finiti a fare quello che stanno facendo. Immaginate di cominciare a leggere Harry Potter dal quarto libro, o Eragon dal terzo. Persino leggere Cinquanta sfumature di grigio dal secondo tomo potrebbe creare qualche disagio. Ci capireste qualcosa? Vi appassionerebbe la lettura? Ecco, abbiate rispetto per tutti i lettori, anche quelli sotto il metro e venti. Altro consiglio, non relagate quintalate di libri a bambini a cui non interessano. So bene che per appassionare un bambino alla lettura è consigliabile leggergli molto, leggergli sempre, leggergli la favola della buonanotte e appoggio questo metodo, anche perché è il metodo con cui sono stata cresciuta. Proprio per questo posso dire che non è un metodo infallibile, nel senso che non è detto che perché un bambino sia stato cresciuto a pane e fiabe sviluppi un amore incondizionato per la lettura. Io l'ho sviluppato, ad esempio. Mia sorella no. Mia sorella non ha mai amato leggere da piccola, adesso non le dispiace, ma da bambina ha sempre preferito fare altro e leggeva solamente i libri assegnati dalla scuola, con pochissima voglia ed in moltissimo tempo. Non so se questa antipatia per i libri derivasse dal fatto che voleva trovare una passione diversa da quella della sorella (io ero "la bambina che aveva imparato a leggere senza sillabare" è plausibile che lei che nelle prime letture aveva sperimentato le difficoltà comuni a molti coetanei si sentisse un po' a disagio) o se semplicemente la lettura non l'appassionasse, fatto sta che leggeva poco o niente. Vi dirò io sono un po' scettica quando sento del bambino che deve leggere a tutti i costi e facciamolo leggere e cosa succede se non legge e non gli piace leggere ecc. Ogni bambino è diverso, uno a cui non piace leggere non è meno intelligente di chi lo ama. Innanzitutto potrebbe appassionarsi dopo e anche se questo non succedesse mai pazienza, potrebbe amare lo sport, la pittura, il teatro, gli animali, l'aria aperta e il nostro continuo mettergli davanti libri e solo libri lo farà sentire solo più a disagio. Questo almeno è quello che ho imparato guardando mia sorella. Fine del predicozzo.

Biciclette e tricicli


                                                                       
A Natale, si sa, di solito si fanno i regali "grossi" e per molti è un buon momento per introdurre un bambino o una bambina al suo primo triciclo o bicicletta. Come ho già detto, è nei giochi all'aperto che i bambini risentono meno degli stereotipi di genere, quindi sì anche a monopattini, pattini, palloni, corde per saltare e, nel caso si preferisca un gioco da tenere dentro casa, visto che Dicembre non proprio il mese migliore per scendere in cortile o andare al parco a dondolarsi sulle altalene, si può puntare sulle casette o le tende da indiani (anche qui, parlo per esperienza personale visto che sono stata così fortunata da avere sia una bella casetta con tanto di finestre coi gerani e filo per stendere e un igloo da eschimese). 



Cucine, supermercati, tavoli da falegname, fattorie...

Non è un mistero che ai bambini piaccia imitare i genitori, a tutti i bambini, maschi e femmine, e se li vedono fare la spesa, cucinare, fare giardinaggio o riparare un elettrodomestico rotto probabilmente saranno affascinati dall'attività e avrebbero piacere a riprodurla con degli attrezzi su misura, come delle piccole cucine giocattolo o il supermercato dove andare a fare la spesa. E' difficile purtroppo, specialmente per le cucine, trovare qualcosa che non sia di un bel rosa shocking, giusto per alimentare lo stereotipo che in cucina ci devono stare solo le donne, ma ci sono delle marche che fanno eccezione e propongono dei colori "neutri" come la Fisher-Price (a proposito, neanche il sito della Fisher-Price divide i giocattoli in base al sesso dell'acquirente) o negozi come La Città del sole e Immaginarium che avevo già citato prima.

Toh, un bambino che gioca con una cucina! (e che bel colore la sua maglietta!)



Sempre più estremi, un bambino che gioca con una cucina ROSA! Mi domando come faccia ad essere ancora in vita! ;)

Sempre della Fisher-Price ho scoperto poco fa la marca Little People che propone una serie di giocattoli divertenti e interattivi (per alcuni ci vogliono le pile, ma con la maggioranza si gioca senza) come parchi giochi, fattorie, casette, piste per le macchinine. Piste dove a giocare con le macchine è, ad esempio, una bambina, senza che la pista sia per questo rosa.
Una bambina che gioca con una pista per le macchinine non rosa! Ammetto che trovarla non è stato facile...

Sempre la Little People inoltre ha creato una serie di piccoli protagonisti delle sue avventure, due bambini e tre bambini, di etnie diverse e di caratteri diversi. C'è il bambino attivo, quella timida, quella espansiva, quello sciocchino, quella creativa. Perché, recita lo slogan non esistono due bambini uguali. Ognuno ha una personalità che prescinde dal suo essere maschio o femmina.
Se vi incuriosiscono come hanno incuriosito me, cliccate qui















E infine... vince il premio miglior giocattolo non sessista per il Natale un gioco che oltre a non alimentare stereotipi di genere merita la palma d'oro per la creatività ed il divertimento, almeno secondo il mio modestissimo e discutibilissimo parere.


Come ho già accennato, io ci giocherei adesso

















Io amo il teatro ed amo recitare, credo non ci sia gioco più fantasioso, divertente e stimolante di questo. Un gioco dove non ci sono regole e la storia da mettere in scena è quella che più piace: il Principe salva la Principessa dal Drago, la Principessa salva il Principe dal Drago, il Drago salva il Principe dalla Principessa, la Principessa salva il Drago dal Principe... Guardate quante combinazioni! Questo specifico teatrino è per marionette a dita, ma ce ne sono anche di più grandi per burattini a mano.
Io e mia sorella ne avevamo uno di cartoncino della Pimpa.
Lo abbiamo consumato



Vi auguro un Felice Natale :)






2 commenti:

  1. Fra le casette, mi permetto di suggerire la versione più creativa: la casetta di cartone da montare e decorare, comprensiva di set di pennarelli per dipingerla con tutto ciò che ti viene in mente. Per piccoli/e architetti e designer e arredatori d'interni del futuro ;-)

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    1. Grande idea, grazie riccio! Non sapevo esistessero sinceramente e sono un po' scettica che la mancanza di voglia (da parte dei genitori di aiutare più che dei bambini) porti ad un "effetto ciofeca", ma se si è voltenterosi/e deve essere molto piacevole e divertente da fare (sicuramente più di ore di puzzle... >.>).
      E Buon Natale ^.^/

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