martedì 19 novembre 2013

Le 10 ragazze più intraprendenti ed emancipate della Disney

Il cinquantatreesimo classico Disney, Frozen, sta per arrivare anche nelle sale cinematografiche italiane e scommetto di non essere l'unica curiosa. Il film infatti, secondo gli ultimi rumors, aggiungerà al novero delle principesse Disney non uno, ma ben due nuove personaggi, le sorelle Anna ed Elsa. Sappiamo tutti che il brand principesse Disney è sempre al centro di critiche e dibattiti. Indubbiamente, l'azienda nell'ideare nuove protagoniste si sta allotandando dal "modello Biancaneve", ossia l'oggetto del desiderio che aspetta solo di essere salvato, nonostante questo il franchising attorno ad una delle marche più famose del mondo Disney rimane un tripudio di rosa e stucchevolezza (anche se da qualche parte devo aver visto l'arco e le frecce di Merida, ma non sono sicura fossero "targati" Principessedisney) che, sia ben chiaro, non aborro totalmente, come ho già scritto numerose volte, ma che non può e non deve essere l'unico modello proposto alle bambine.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa simpatica immagine, che mi ha in primo luogo fatto sorridere e poi anche riflettere
Queste sono solo alcune delle non principesse Disney. Voi siete in grado di riconoscerle tutte?
A pensarci bene infatti, la Disney ci ha proposto negli anni molteplici figure femminili, che non fanno parte dell'onnipresente brand principessedisney, dalla Fata Turchina del criticatissimo, almeno in Italia, Pinocchio fino ad arrivare a Vanellope, co protagonista di Ralph Spaccatutto. Le non principesse disney sono più escluse dal selvaggio merchandising rispetto alle loro più famose college, cosa che da un lato è indubbiamente positivo, ma dall'altro le spinge anno dopo anno verso il dimenticatoio. Alcune di loro ci sono dentro già da tempo (oggi quale bimba di quattro anni saprebbe dirvi chi è Eilonwy di Taron e la Pentola magica? Non ne ricordavo l'esistenza nemmeno io, ho visto il film solo una volta e forse neanche tutto e non ho neanche mai avuto la videocassetta!) altre conservano ancora un picco di notoriatà, come Lilo, ad esempio, anche grazie ai vari sequel e alla serie animata, Alice (anche lì grazie alle varie rivisitazioni del personaggio che com'è come non è alla fine tutti paragonano a quella nata dalla mente di Walt) e Trilli, che come consolazione per non essere entrata nel club delle pincipesse disney si è "riscattata" fondando quello delle disney fairies, la cui qualità è discutibile. Poiché le non principesse Disney sono spesso tralasciate dall critica, ho deciso di stilare una classifica di dieci figure femminili positive prendendole sia dalle disneyprincess che non. 


10. Kiara (Il Re Leone II - Il regno di Simba, 1998)
                                                                                    
Si piazza al decimo posto la figlia di Simba e Nala, protagonista del sequel de Il Re Leone. Uno dei pochi sequel degni di essere visti. Vi dirò che ero indecisa se mettere in classifica lei o la madre, Nala. La verità è che sia Il Re Leone che il suo seguito vantano di figure femminili incredibilmente forti, sia nella schiera dei buoni che in quella degli antagonisti, come Zira del secondo film. Del resto, tra i leoni sono le femmine che si occupano della caccia e della difesa del branco e quando si tratta di zampate ed artigli, nessuna delle leonesse in questione ha qualcosa da invidiare a un Simba o a un Mufasa (per non parlare dello stesso Scar che, come confessa lui stesso all'inizio del primo film, in quanto a muscoli è piuttosto carente). In soldoni, ho scelto di dare il posto a Kiara perché è lei a tutti gli effetti la protagonista della seconda pellicola, mentre nel primo film le figure di Sarabi e di Nala vengono oscurate da quella di Simba. Kiara, pur non entrando nel novero dell Disney Princess è a tutti gli effetti di sangue reale e sarà lei che erediterà le terre del branco alla morte del padre. Presentataci all'inizio del film come una bambina combinaguai ed in seguito come un'adolescente ribelle, Kiara non è ansiosa di diventare una regina, anzi, se suo padre prima di lei sognava di "diventare presto un Re" credendo che il trono fosse un lasciapassare per non avere più nessuno a dirgli cosa fare, Kiara ci appare da subito abbastanza disinteressata al suo futuro regale. Quello che vuole veramente è crearsi un'identità al di fuori del suo titolo, desidera vedere il mondo ed imparare a cavarsela da sola, sfuggendo al controllo del protettivo papà. Forse Kiara è una figura meno forte, fisicamente parlando, della madre Nala, che riusciva a fronteggiare ed a sconfiggere in combattimento lo stesso Simba. Se dovessi immaginarmi uno scontro fra Kiara e Kovu, infatti, devo ammettere che quest'ultimo vincerebbe senza troppe difficoltà. Tuttavia, ciò che è notevole nella protagonista è la sua forza d'animo e la sua ribellione alla figura di padre e Re che è Simba. Sì, perché mentre con la morte di Mufasa nel primo film il padre ed il Re vengono mitizzati fondendosi in una figura intoccabile, in questo film Simba appare risoluto e potente ma non invincibile ed è una figura che può essere messa in discussione e che viene messa in discussione proprio dalla figlia, la cui forza di volontà ed il cui amore per Kovu permettono la riappacificazione tra i due clan, il primo esiliato per essere rimasto fedele a Scar dopo la sua caduta ed il secondo fedele a Simba. Non male per un decimo posto.

9. Jane Porter (Tarzan, 1999)

A mio parere Jane ha qualcosa che le dà una marcia in più rispetto a molte delle disney Princess, almeno fino a Pocahontas, è più umana. Prendiamo come esempio Belle, non è una Principessa di lignaggio, è vero, ma lo è nell'animo e nell'atteggiamento, pur dando da mangiare alle galline e ai maiali, aiutando il padre con le sue invenzioni, andando a cavallo e giocando a palle di neve mantiene sempre quella grazia un po' innaturale delle Pricipesse Disney della prima generazione, come anche Cenerentola, del resto, che non mostra un segno di fatica neanche dopo un'intera giornata a correre dietro a sorellastre e matrigna. Non voglio dire che ci sia qualcosa di male in questo, ma ai miei occhi un po' di goffagine, qualche difetto, insomma una conclamata imperfezione, rende i personaggi più simpatici e ci fa identificare di più con essi. Veniamo quindi a Jane Porter, Jane è una tipica ragazza dell'alta borgesia, nata e cresciuta nell'Inghilterra vittoriana che intraprende con il padre e un cacciatore poco raccomandabile, il rozzo Clayton, un viaggio in Africa per studiare i gorilla. La ragazza non è così fragile come sembra e si adatta senza troppe difficoltà allo spartano accampamento nella giungla. Nonostante ciò, la giungla è appunto una giungla, non un villaggio turistico, potrà una giovane lady inglese mantenere la sua eleganza ed il suo contegno davanti ad una schiera inferocità di macachi? Pare difficile ed infatti Jane non ci riesce. Abbiamo davanti una ragazza Disney che grida, scalcia, fugge, si sporca di fango e bagna di pioggia, cerca in maniera rocambolesca di arrampicarsi su un albero destreggiandosi fra muschio e liane e arriva addirittura ad allontanare Tarzan con un calcio quando le si avvicina troppo, incuriosito dall'aver trovato un essere umano così simile a lui. Vediamo insomma Jane in situazioni del tutto inconsuete per una figura femminile disneyiana. Abbiamo detto che la vita nella giungla porta a qualche inconveniente, ma nonostante ciò possiamo vedere chiaramente che la giungla ed i suoi abitanti affascinano la nostra Jane, che con un po' di difficoltà iniziale impara a volteggiare sulle liane, istruita da Tarzan e saluta come una grande conquista quella di comunicare con le scimmie. Avevate mai visto prima una donna della disney gridare "uh uh uh ah ah ah" davanti ad un gruppo di gorilla? Trovo notevole che in Tarzan non siano solamente gli inglesi a civilizzare il protagonista, ma si assista ad un effettivo e vero scambio fra le due culture. Come ho già detto infatti, Jane impara a librarsi tra le liane e a comunicare con le scimmie, ma allo stesso modo insegna a Tarzan a leggere, ad esprimersi in inglese, sia lei che suo padre gli mostrano le stelle, diapositive di città, monumenti, dischiudendo agli occhi di Tarzan un mondo nuovo e meraviglioso come la giungla lo è per Jane. Dunque Jane Porter è una figura che ha qualcosa da dare e che fuoriesce dalla perfezione tipica delle donne della disney (possiamo dire che in un certo senso anche Alice si sporca, si bagna e si caccia nei guai, tuttavia lei è una bambina, mentre Jane Porter è già una donna, una donna sveglia ed intelligente, decisamente un altro livello rispetto all'impertinente e a tratti insopportabile Alice disneyana).

8. Kidagakash (Atlantis, l'impero perduto, 2001)

La giovane e testarda principessa di Altantis si aggiudica un meritatissimo ottavo posto, Kidagakash, in breve Kida è la prima atlantidese incontrata da Milo, l'impacciato e goffo linguista protagonista della pellicola. I due che presto diventeranno una coppia, hanno due caratteri direi complementari, se Milo è goffo, impacciato, insicuro ed intelligente, insomma un vero e proprio geek, con la sola differenza che il film è ambientato prima della nascita del computer, Kida è atletica, determinata, seria e soprattutto decisa a riportare il suo morente popolo allo splendore di un tempo. Per farlo ha bisogno di Milo, l'unico in grado di decifrare le scritture che parlano del passato di Atlantide, dal momento che Kida come tutto il suo popolo, ha persona da tempo la facoltà di leggere. Kida è una principessa, ma è anche una guerriera, cosa che possiamo vedere fin dalle sue prime scene, almeno in età adulta, dove tiene d'occhio gli esploratori armata di lancia e di maschera per non farsi riconoscere. Il suo senso di responsabilità e l'amore per il suo popolo la rende una figura regale, una regalità che viene dall'animo e che ben si addice ad un'imperatrice, che quanto diventerà la giovane donna alla fine del film. Di Kida adoro il fatto che finalmente la Disney si sia decisa a rappresentare una Principessa mostrandoci il peso del suo compito. Cos'erano state le principesse per la Disney fino a questo momento (tranne forse qualche eccezione come Kiara)? Ragazze dolci, sognatrici, più e meno intraprendenti, ma anche se non tutte potevano dirsi figure totalmente passive, per nessuna di loro il ruolo di Principessa era difficile e ostico. Per Kida certamente ricevere il trono del padre è un onore, ma è un onore colmo di oneri. La Regina atlantidese ci mostra le concrete difficoltà di governare un regno, di prendere delle decisioni, di capire cosa è giusto per il suo popolo. E' un compito gravoso che può ricadere solo sulle spalle di una persona forte e saggia e tale si dimostrerà Kida. Insomma, un bel ottavo posto alla futura regnante di Atlantide per averci mostrato una Principessa che ha ben poco a che vedere con balli e vestiti, ma lotta la rinascita di un popolo.

7. Capitano Amelia (il Pianeta del tesoro, 2002)

Questo film, la cui videocassetta sono quasi arrivata a consumare, tante le volte che l'ho visto è la rivisitazione disneyana del celebre romanzo l'Isola del Tesoro. Data la carenza di personaggi femminili, la Disney ha ben pensato di affidare, appositamente per questa versione della storia, il ruolo di Capitano della nave in rotta per il tesoro di Flint, il pianeta del tesoro appunto, ad una donna. E che donna! Avete davanti a voi il Capitano Amelia, di cui tutto si può dire fuorché che non sia una figura forte ed indipendente. Infatti, è stata messa nelle ultime posizioni solamente perché la sua storyline viene decisamente oscurata da quella del vero protagonista della pellicola, Jim Hawkins, e perché nonostante sia un indubbio modello di empowerment femminile, la figura manca di quello spessore che è tipico dei protagonisti della Disney della nuova generazione, almeno dal Rinascimento in poi, proprio perché non è una protagonista. Insomma, come personaggio di contorno il nostro Capitano merita un bel dieci con tutta la lode, ma vedendola gareggiare con ragazze che sono a tutti gli effetti le protagoniste dei loro film, la sua posizione in classifica non può che risentirne.
Il Capitano Amelia ha un compito, governare una nave, e lo svolge alla perfezione; è temuta e rispettata da tutto l'equipaggio e sull'imbarcazione non si muove una cima senza il suo consenso. Questo almeno fino all'ammutinamento della ciurma, un gruppo di poco di buono non scelti da lei e della quale per l'appunto non si fida affatto, ma anche in questo caso, la donna non si lascia sopraffarre, si dimostra in grado di maneggiare armi con maestria ed è senza dubbio il membro che sa meglio come manovrare navi e scialuppe di salvataggio. Decisamente rude e ferocemente sarcastica all'inizio del film, con il passare dei minuti anche il Capitano si ammorbidisce e mostra agli spettatori il suo lato più umano, pur non perdendo la sua freddezza e l'aggressività di fronte al nemico. Un personaggio notevole.

6.Tiana (La principessa e il ranocchio, 2009)

Prima DisneyPrincess della classifica.
Nonostante abbia trovato il film la Principessa e il Ranocchio carino, ma non eccezionale (salvo le canzoni e la figura del cattivo), non si può mettere il dubbio che Tiana sia fatta di un'altra pasta rispetto a molte delle Principesse che l'hanno preceduta ed anche a molte delle figure Disney in generale. Chi come me ha visto il film sa che Tiana non è Principessa per nascita, ma è invece figlia di una modesta sarta e di un onesto lavoratore che le trasmette la passione per la cucina e condivide con lei il sogno di poter aprire un ristorante tutto loro con i risparmi di famiglia. Il padre di Tiana poi, le fa presente soprattutto fin da bambina, in maniera dolce ma ferma, che sognare va bene, ma non si può basare la propria vita solamente sui sogni, perché l'unico modo di realizzare un proprio desiderio è lavorare sodo per ottenere quello che si vuole. La ragazza è dunque abituata fin da piccola alla fatica, alle delusioni ed al duro lavoro. Sì, certo, anche Cenerentola era abituata a lavorare tutto il giorno e lo faceva senza scoraggiarsi, ma mentre la principessa dalle scarpe più scomode della storia durante le pulizie semplicemente sognava una vita migliore, Tiana lavora attivamente per ottenere ciò che vuole, non si limita a fantasticare, ma costruisce giorno per giorno il suo sogno ed il suo futuro. La sua vita modesta e la disgrazia della perdita del padre l'hanno portata a sviluppare un carattere forte e coriaceo. Tiana è una giovane donna che non si scoraggia facilmente di fronte alle numerose avversità che la vita le pone davanti, pratica e realista, si dà da fare per realizzare il suo sogno e del defunto padre, ossia aprire un ristorante. Questo è il suo obiettivo, che ha intenzione di raggiungere da sola, senza chiedere nulla a nessuno né tantomeno rifugiarsi in sogni e fantasticherie. Una razionalità che non può che cozzare con i sogni ad occhi aperti della prima, ma anche della seconda, generazione di principesse Disney (da Biancaneve a Jasmine, per intenderci), tutte decisamente più naive.

5. Esmeralda (Il Gobbo di Notre Dame, 1996)

Qui abbiamo un altro film del Rinascimento Disney che si fregia a ben diritto della nomea di capolavoro. Non lo amavo da piccola, devo averlo visto davvero poche volte, ma adesso è senza dubbio uno dei miei Disney preferiti. Esmeralda, di cui ho intenzione di parlare, è la danzatrice gitana che balla per le strade di Parigi per racimolare un po' di soldi, accompagnata dalla fedele capretta, Djali. Come tutti gli zingari parigini, vive alla Corte dei Miracoli; trovare e distruggere questo posto è l'ossesione del giudice Claude Frollo, il tormentato cattivo del film. Torniamo ad Esmeralda. La Disney ha fatto un lavoro di caratterizzazione del personaggio che oserei definire eccelso. L'affascinante ed ingenua ragazzina delle pagine di Notre Dame de Paris diventa qui una giovane donna grintosa e sicura di sé. Se nel libro è lei ad essere sedotta ed ingannata da quel mascalzone di Phoebus, nella pellicola è lei chi seduce, non solo con il suo corpo, ma soprattutto con il suo atteggiamento. L'atteggiamento di Esmeralda strega. Emancipata, indipendente, intraprendente, fiera delle sue origini gitane (apprezzo il nel cartone animato, la donna sia realmente una zingara e non sia in realtà una francese rapita in culla) e padrona di sé stessa. Una donna che sostanzialmente si mantiene da sola, senza vivere sulle spalle di nessuno. Un po' come Tiana da questo punto di vista, con l'eccezione che Esmeralda non ha un sogno particolare da realizzare, ma vive più alla giornata. C'è però un elemento della non principessa Disney che le permette di adombrare senza troppe difficoltà Tiana e molte delle sue "colleghe". Esmeralda è eroica. Questa donna non pensa solo a sé, alla sua vita, alla sua indipendenza, al suo sogno; questa donna desidera giustizia, come grida a Claude Frollo e ad una folla sbalordita durante la festa dei folli. Giustizia per il suo popolo, costretto a subire maltrattamenti ed angherie, e giustizia per tutti gli emarginati come chiede davanti a Dio durante la toccante canzone "God, help the outcast". Esmeralda, però, non si limita a pregare, si fa avanti e combatte per quella giustizia, come quando, mentre Quasimodo viene messo alla gogna pubblica, e dileggiato a suon di insulti e frutta marcia addosso, sale prontamente sulla ruota dove è legato, gli pulisce il visto e lo slega sotto gli occhi inferociti del giudice e, poiché questi ne ordina l'arresto, elude le guardie con facilità, fuggendo abilmente e volatilizzandosi grazie ad un trucco di magia. Che altro? Esmeralda non si esime neanche dal combattere e con una certa abilità a dire il vero, visto che riesce a tenere testa persino al capitano delle guardie Phoebus, che qui non è un odioso mascalzone, ma un uomo di buon cuore forse un po' sempliciotto, che vorrebbe incarnare le virtù del tipico eroe dal cavallo bianco, ma che sembra in realtà esserne una specie di parodia grazie ad alcune scene comiche. Inutile dire che Esmeralda ci finirà insieme, nonostante il primo incontro tra i due non sia dei più amichevoli... La ragazza non è certo una che si fa affascinare da una volto impomatato ed un sorriso da bellimbusto.

4. Lilo (Lilo & Stitch, 2002)

A un passo dal podio vediamo questa dolce seienne che ha insegnato a grandi e piccini una grande verità sulla parola Ohana. In un periodo dove tutti parlano di come dovrebbe essere la famiglia e si sentono liberi di decretare cosa lo sia e cosa non lo sia, ritengo sia utile aggiungere a questo marasma di opinioni anche quello della piccola Lilo "Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene mai abbandonato o dimenticato". Non è solo per questa perla di saggezza che Lilo si merita il quarto posto. Un punto a suo favore, è una bambina. Non so voi, io sono del parere che usare come protagonisti di film per bambini dei bambini sia una mossa vincente, aiuta i giovani spettatori ad indentificarsi e a capire di più il personaggio, le sue motivazioni ed i suoi ragionamenti. Ricordo che dopo essere uscita dal cinema, in una calda sera d'estate, a nove anni, mi misi subito ad interpretare la ragazzina hawaiana, lasciando alla mia sorellina più piccola la parte di Stitch. Lilo è una bambina sveglia e vivace, il più delle volte è allegra il che è sorprendente visto il recente trauma che ha dovuto affrontare: la perdita di entrambi i genitori in un'incidente d'auto. Nonostante ciò, apprendiamo subito che quello che la ragazzina desidera di più al mondo è un amico, un amico vero, dal momento che è additata dalle sue compagnette di hula, una delle sue passioni, come una svitata. Lilo si cuce i giocattoli da sola, ha una collezione di fotografie di turisti che arrostiscono al sole sulle spiagge hawaiane ed ha un'enorme passione per Elvis Presley. Balla, canta, va in giro con il suo triciclo e nuota del meraviglioso oceano hawaiano. La grande forza di Lilo è quella di essere una bambina che si comporta da bambina e che offre alle coetanee un modello libero dagli stereotipi di genere, libero dalla precoce sessualizzazione dei corpi, che ha un'infanzia libera, una vera infanzia gialla, per metterla nei termini del blog, il che la rende subito simpatica.

3. Vanellope Von Sweets (Ralph Spaccatutto, 2012)

 Saliamo ora sul podio di questa classifica con un'ennesima nonprincipessa disney, la co protagonista di Ralph spaccatutto, dal cuore buono, ma dalla lingua lunga, Vanellope. Poche chiacchere, Vanellope è forse la protagonista di un film Disney che più si avvicina al concetto di anti principessa. Trattasi di una petulante mocciosetta, dalla battuta facile, sarcastica ed iperattiva. Vanellope è un altro personaggio dalle idee chiare, a differenza di molte figure femminili della Disney non vuole fuggire dalla sua vita, sta bene dove sta. Quello che Vanellope vuole è una cosa sola, ossia correre. Il che è abbastanza naturale dal momento che è la protagonista di Sugar Rush, un gioco di kart ambientanto in un mondo zuccheroso alla "Fragolina Dolcecuore" che vede i vari piloti (uno più kawaii dell'altro) sfidarsi in spericolate gare di corsa, tra colline di gelato con tanto di ciliegina e vulcani di cioccolata. Vanellope dunque vuole gareggiare, ma non può farlo, in primo luogo perché non ha un kart ed in secondo luogo perché non le è permesso dagli altri personaggi del gioco. Vanellope è infatti un glitch, il che la rende una specie di appestata per la comunità di Sugar Rush, il che è anche uno dei motivi che l'hanno portata a sviluppare una personalità così cinica ed irriverente di cui il povero Ralph dovrà fare spese. Dopo che l'improbabile duo riuscirà a costruire un kart per la giovane pilota ed in seguito a una serie di peripezie che non sto a raccontarvi, Vanellope riuscirà a partecipare alla tanto sognata gara e soprattutto a vincere, rivelandosi in quel momento per quello che è, ossia la Principessa di Sugar Rush, in poche parole la protagonista assoluta del gioco. Ci bastano pochi minuti per capire che Vanellope non ha alcuni interesse ad essere Principessa, come ho già scritto, la ragazzina vuole una cosa sola, correre, non le importa con quale titolo. Vanellope è una pilota con la corsa nel sangue, in grado di fare mangiare la polvere ai suoi avversari nonostante, anzi in alcuni casi persino grazie, al suo glitch. Un'amorevole, emancipata, imperfetta e tosta non Principessa.

2. Pocahontas (Pocahontas, 1995)

Forse sono di parte, perché è sempre stato uno dei miei preferiti, quindi se volete smentitemi pure, ma ritengo che la medaglia d'argento di questa classifica spetti decisamente a Pocahontas. Abbiamo visto modelli femminili forti, risoluti, spericolati, petulanti, goffi, imperfetti, intelligenti presi da pellicole più o meno riuscite, alcune veramente molto riuscite che possono essere preferite dai più a Pocahontas, che è comunque un film del rinascimento Disney, quindi tanto di cappello. In mezzo a tutte queste figure femminili, credo che l'indiana d'america abbia una potenza di spirito ed una forza interiore che non è eguagliata da nessuno in questa classifica, neanche dalla prima di questa lista. Analizziamone insieme le caratteristiche. Pocahontas è decisamente una donna emancipata ed indipendente. Innanzitutto è abituata a vivere da sola, è orfana di madre e suo padre, il capo del villaggio, è spesso costretto ad assentarsi per lunghi periodi, infatti proprio all'inizio del film, lo vediamo ritornare vittorioso da una lunga battaglia contro un clan nemico. Pocahontas, dunque, trascorre le sue giornate nella più totale libertà, pagaiando al fiume, tuffandosi da alti scogli (non capisco perché abbiamo tutti gridato alla rivoluzione davanti ad una Merida che scalava montagne, andava a cavallo e usava arco e frecce con mastria quando sette anni prima Pocahontas si arrampicava agilmente sugli alberi, nuotava nel fiume e correva tra le foreste, per altro il tutto a piedi nudi! Non ce l'ho con Merida sia ben chiaro, solo che non capisco tutto questo esaltarsi per un'emancipazione che era già stata presentata in precedenza sotto varie forme da altri personaggi prima di lei, con una storyline decisamente più interessante di quella della principessa scozzese che, devo confessare, non mi ha convinto molto), in compagnia di un ingordo orsetto lavatore e di un irascibile colibrì e, quando proprio sente il bisogno di compagnia umana, dell'amica più assennata Nakoma. Quando il padre le comunica che il più forte guerriero del villaggio ha appena chiesto la sua mano, la ragazza non è certo entusiasta, intendiamoci Kocoum, questo è il suo nome, non è un becero maschilista dello stampo di Gastone della Bella e la Bestia (uno dei primi uomini rifiutati da una Principessa Disney e guardandolo non possiamo certo biasimarla!), è un uomo forte, di poche parole, attraente che semplicemente a Pocahontas non piace (ma è così... serio) e direi che questo è un semplice ed ottimo motivo per non convolare a nozze con lui. L'uomo di cui si innamora la giovane indiana è invece John Smith, carismatico avventuriero inglese, che le parla di Londra e la affascina con i suoi racconti di terre lontane che la ragazza sogna di visitare. Ho detto affascina, sì, eppure nonostante questo Pocahontas rimane fiera delle sue origini e si oppone fermamente al concetto di "civilizzazione" mostratole da Smith. Il suo popolo ha tutto quello che gli serve, non ha alcun bisogno di essere civilizzato, non è un popolo di selvaggi, non deve imparare come vivere, anzi, forse sono i concittadini dell'inglese che dovrebbero, visto come hanno devastato in pochi giorni la terra di Pocahontas; è quanto gli spiega in una canzone. Pocahontas si innamora di John Smith, il loro è un amore vero e autentico, in quanto hanno avuto modo di fare quello che a molte principesse della prima generazione era precluso, conoscersi. Sono due persone che si sono conosciute e si sono innamorate, prendendo coscienza di quello che provano l'uno per l'altra nonostante le difficoltà di un'unione di quel tipo, specialmente in prossimità di una guerra. Già, la guerra, alla fine del film, come tutti sappiamo, si assiste alla preparazione di una battaglia tra visi pallidi e pellerossa. I primi spinti dallo spregiudicato Ratcliffe a vendicare la cattura di John Smith (accusato, ingiustamente, dell'omicidio di Kocoum, di cui in realtà si è macchiato il giovane Thomas) e i secondi decisi a giustiziare l'inglese per il motivo di cui sopra e ad iniziare una guerra contro gli invasori che vedono come demoni incapaci di alcuna umanità. In tutto questo, Pocahontas è colei che impedisce lo scoppiare di una guerra. Una donna. Il film non lascia spazio al dubbio, è Pocahontas a salvare l'amato John Smith da morte certa, e facendolo, salva molte più vite, affrontando il padre e mostrandogli l'irragionevolezza della carneficina che sta per avvenire. Il mite Powathan riconosce la saggezza della figlia e compie il suo volere, e così, grazie a Pocahontas, non solo John è salvo, ma anche il suo popolo e quello inglese.

1. Mulan (Mulan, 1998)
Siamo giunti alla fine di questa classifica con un prevedibilissimo primo posto assegnato a Mulan. C'è bisogno di commentare? Mulan è una vera e propria eroina. Non si limita a salvare l'oggetto del suo amore, non solo impedisce al padre di andare in guerra dove avrebbe senz'altro perso la vita, essendo ormai anziato e ferito, e neppure permette solo al suo plotone di vincere una battaglia contro gli Unni grazie ad una geniale intuizione (ricordate la scena della valanga?). Mulan salva addirittura l'intera Cina e l'Imperatore in persona si inchina al suo cospetto. Mulan a mio avviso a Merida fa le scarpe. Partiamo dall'inizio, questa giovane ragazza cinese vuole quello che ogni figlio desidera: rendere fieri di lei i propri genitori, o, per dirla come la direbbero nel film, portare onore alla propria famiglia, ma è il modo con cui si suppone che lo faccia, quello che sembra l'unico modo, che non la convince. Ricordate la canzone? C'è solo un modo in cui potrai dar gioia a tutte noi, un uomo purché sia di buona dinastia. Questo è il destino di Mulan, diventare la moglie perfetta per qualcun altro. Ciò renderebbe onore alla famiglia della ragazza, ma la renderebbe felice? E' quello che vuole? La risposta è no. Non è quella la vita che vuole, Mulan canta combattuta nel giardino di casa, ma lo so, questo ruolo non mi va, sono qui, ma se io facessi ciò che vorrei, i miei cari perderei. Non è difficile immaginare che quando Mulan fugge per arruolarsi nell'esercito non lo faccia, come in seguito confessa a Mushu, unicamente per salvare suo padre, pur rimanendo quella la ragione principale del coraggioso gesto (ricordiamoci che la pena per una donna che si arruola in un esercito di uomini è la morte), ma anche per sé stessa, per darsi prova del suo valore e vedere nel suo riflesso qualcuno che le assomigliasse davvero. Mulan è una giovane donna alla ricerca di sé stessa, nel trovarla, salva la Cina.

6 commenti:

  1. articolo molto interessante (pocahontas fra l'altro è uno dei pochi film disney in cui la storia d'amore non ha il classico happy end rispettando da questo punto di vista la vera storia di pocahontas che non sposò john smith ma john rolfe)

    poi vabbè che i personaggi secondari abbiano spazio maggiore rispetto ai protagonisti è normale, l'importante è che siano ben caratterizzati. Comunque bell'articolo

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    1. Sì, di Pocahontas c'è anche il fatto che è l'unica (?) ragazza disney a innamorarsi di due uomini. La Disney non aveva mai (e non lo ha più fatto) affrontato il tema del disinnamorarsi, una coppia è una coppia fino alla fine, Pocahontas invece ci insegna che ciò che si prova per una persona può cambiare, che chi si amava prima può non amarsi più, anche senza una ragione particolare, è la vita. Tuttavia io ritengo il sequel di bassissima qualità e la figura di John Rolfe veramente insipida (sì, so che la vera Pocahontas sposò effettivamente un John Rolfe, ma se la Disney avesse rispettato la storia fin dall'inizio la ragazza avrebbe incontrato Smith a dieci anni, per dire) e poi adoro John Smith, mi piange il cuore che nel secondo film lo abbiano trasformato in un imbecille per rendere più plausibile la scelta di Pocahontas T__T
      Però ehi, in fondo è così la vita. Yellow

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  2. Ciao, ho scoperto ieri il tuo blog. Anch'io sono molto interessata all'argomento, anche se prodotti sessisti e sessualizzanti si sono progressivamente ed inesorabilmente introdotti in casa mia, anche se non con gli effetti devastanti che mi avevano vaticinato.
    Nonostante tutto, il giallo resta il colore preferito di mia figlia.
    Sulle principesse Disney ho letto e scritto tante cose. Io trovo che le figure originali non siano poi malaccio, considerata anche l'epoca in cui cono stati ideati i film, anche per strizzare l'occhio al genitore che accompagna i figli al cinema. Non è un caso che le principesse della tua lista siano state create per introdurre personaggi di origine non europea. È una volta incoronata ufficialmente la principessa che inizia la deriva, ed infatti il merchandising di Mulan, Pocahontas, Jasmin e Tiana è praticamente inesistente.

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    1. Leggerò molto volentieri il tuo post, anche io ho letto molto sulle disneyprincess ed il mondo disney in generale. Ho condiviso alcuni articoli ed altri li ho trovati un po' esagerati. Per quanto riguarda le principesse della vecchia guardia penso semplicemente che bisogna tenere conto che si tratta di film ideati negli anni '30, '40 e '50, riadattamenti di storie scritte secoli ed anche millenni prima (come le più antiche versioni di Cenerentola, anche se quella usata per il film fu la fiaba di Perrault). Per altro in un periodo in cui il dibattito dei modelli che i cartoni animati offrivano all'infanzia non era assolutamente sviluppato come in questi anni, con tutti i pro ed i contro della situazione (anche nella generazione dei miei genitori, per esempio, di quello che i bambini guardassero in televisione ci si preoccupava molto meno di adesso). Io dubito che nella produzione di Biancaneve i suoi autori abbiano pensato al messaggio che la protagonista avrebbe dato alle bambine e certamente dubito anche che se ci avessero pensato avrebbero dato un messaggio femminista, vista l'epoca. E' stata presa una fiaba popolare e conosciuta bene o male da tutti, si è fatto un lavoro di doppiaggio e di animazione per l'epoca incredibile e non si è pensato alla "morale" che il film avrebbe dato, quanto piuttosto allo stupore che avrebbe suscitato, obiettivo che tra l'altro il film centrò in pieno (mia nonna, per esempio, vide il film 5 volte di seguito!). E del resto il film attirò nelle sale non solo bambine, ma anche bambini e persino adulti. Per quanto riguarda il merchandising è secondo me il vero problema della faccenda. Per ogni film della Disney c'è una produzione di gadget ed aggeggi a dir poco selvaggi e alla fine ad essere sfruttato è il mercato del frivolo/melenso, soprattutto quando si parla di principesse. Molte delle figure nella mia classifica ad esempio, non hanno avuto o non hanno quasi più merchandising. Per quando riguarda i personaggi che hai citato tu credo ci sia rimasta solo qualche bambola/maglietta/costume di carnevale. In compenso ho visto molti giocattoli di Merida. Invece mi incuriosirebbe sapere se il merchandising di Biancaneve o Aurora sia particolarmente ampio?

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    2. Ho letto il tuo post e l'ho trovato molto interessante. Mi ha fatto riflettere su un punto che fino ad ora non avevo preso mai molto in considerazione e cioè che "c'erano una volta Biancaneve, Cenerentola e Ariel, indipendenti l'una dall'altra, con una loro storia, che piacevano sia ai maschi che alle femmine e poi sono diventate le PrincipesseDisney, un agglomerato di rosa precluso ai maschietti". Del resto i film sono sempre stati reclamizzati come per tutta la famiglia, anche perché la Disney può solo guadagnarci se "La Principessa e il ranocchio vanno a vederlo sia bambini che bambine, anche se nel titolo c'è scritto "principessa". E' il merchandising che ha raggruppato insieme quasi tutte le ragazze Disney di sangue reale (che poi, per dire, Mulan non è di sangue reale, non ho mai capito bene il criterio con cui si entra nella cerchia princess a casa disney) che lascia parecchio a desiderare. soprattutto perché è ovunque, sembra soffocare tutti gli altri ambiti e non si limita al disney store, ma te lo trovi in qualunque supermercato anche a quello di MonteFringuello, per una popolazione di 800 persone di cui 50 bambini, nel suo bravo reparto giocattoli quasi sicuramente puoi vedere un gadget di Cenerentola e della Sirenetta, magari tarocchissimo, fino ad arrivare al test "Che Principessa sei?" sul giornalino dell'esselunga. Insomma, si ha la sensazione che non ci siano alternative? E' una sensazione che corrisponde al vero? Non lo so, non ne sono del tutto convinta, però esistono anche imaginarium, la città del sole, la casa editrice lo stampatello e anche, nel suo piccolo, questo blog che propongono altre realtà o ne sottolineano l'evidenza. P.S. Io trovo e trovavo Cenerentola molto più simpatica di Biancaneve (che smise di piacermi alle elementari per colpa di un'odiosa bambina di nome Bianca che non potevo che associare alla melensa Principessa) e soprattutto di Aurora, che non mi ha mai detto granché (leggi, non ho mai visto la videocassetta fino a consumarla)
      P.P.S. Esmeralda non è tra le Disney Princess.

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  3. Sì, a giudicare da questo post, non solo le principesse "caucasiche" sono più rappresentante per ragioni storiche, ma il merchandising raffigura prevalentemente queste ultime, stravolgendone oltretutto il carattere originale.
    Purtroppo la presenza massiccia di questo ed altri brand e soprattutto la loro diffusione tra i coetanei fa impallidire qualsiasi alternativa. Io tengo duro (il post era di ben, ughh, sei anni fa), ma mi sembra sempre più utile cercare una forma di compromesso.

    P.S.: Mi faresti il favore di ricopiare il tuo secondo commento anche sul mio blog?
    Grazie.

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