venerdì 11 ottobre 2013

La storia di Gerda che la Disney non ci racconterà

Metto le mani avanti, io amo la Disney, ci sono cresciuta. Ho visto quasi tutti i film e così tanto da consumare le videocassette. Non sono mancate Biancaneve, Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco (le capostipiti delle Disney Princess non certo famose per intraprendenza), affiancate da cartoni più moderni: Aladdin, La Sirenetta, Mulan (il primo film che vidi al cinema), Pocahontas, passando per quei film che con le principesse non c'entrano un bel nulla nulla, come Il Re Leone (un po' il boss dei film Disney della mia generazione), Hercules, Lilo & Stitch, Atlantis, La Carica dei 101, Gli Aristogatti, non disdegnando nemmeno le ultime uscite (anzi a questo proposito, avete sicuramente visto tutti Ralph spaccatutto, vero? Vero!?). Avevo il costume di Cenerentola, il gioco per pc delle Follie dell'Imperatore, di Tarzan e della Sirenetta II (uno di quelli che non mi ha mai conquistata, ma si sa che tranne poche eccezioni, i seuqel sono quelli che sono), la cannuccia di Mulan, la bambola di Esmeralda, il pelouche di Flounder e quando l'anno scorso sono passata davanti a Disney Store ed ho visto queste indovinate chi si è portata a casa alla veneranda età di diciotto anni una piccola Pocahontas? Eccomi. Non iniziamo poi a parlare della Pixar perché altrimenti mi metto a recitare tutto A Bug's Life e non ne usciamo più.
Il prossimo film Disney che arriverà nelle sale ed aggiungerà probabilmente una nuova principessa all'elenco si chiamerà Frozen ed è il secondo film Disney ispirato ad una favola di Andersen. La favosa in questione si chiama "La regina di ghiacchio". Ora, chi ha un minimo di dimestichezza con la Disney non si stupirà nel venire a sapere che la trama originale è stata cambiata. La Disney ha quasi sempre preso ispirazione da fiabe, storie o addirittura poemi (come nel caso di Mulan) già esistenti, adattandole a un pubblico di bambini (niente stupro del risveglio per La Bella Addormentata, niente corvi che cavano gli occhi alle sorellastre di Cenerentola, né regina di Biancaneve che muore di sfinimento per avere indossato delle scarpe di metallo rovente), dando a quasi tutti i film un happy ending più o meno zuccheroso (Esmeralda non viene impiccata, Quasimodo viene accettato dal popolo di Parigi e La Sirenetta sposa il suo principe), togliendo diversi dettagli non proprio ortodossi (Hercules diventa figlio di Zeus ed Era e non di Zeus e della mortale Alcmena, per fare un esempio) e in alcuni casi addirittura stravolgendo completamente le storie, dove della trama originale rimane ben poco (come per Rapunzel o per La Principessa e il Ranocchio che dell'omonima fiaba conservano, appunto, solo il titolo). Piaccia o non piaccia, this is Disney. Se devo dire la vertà ci sono dei casi in cui condivido lo stravolgimento della trama, come appunto nel caso di Rapunzel e de "la principessa ed il ranoccio", due fiabe nella versione originale probabilmente non avrebbero fatto una grande figura sul grande schermo nel 2009 e nel 2010, proponendo una trama abbastanza piatta, una caratterizzazione dei personaggi sostanzialmente inesistente e nel caso di Raperonzolo, l'ennesima storia della principessa da salvare. Veniamo adesso a Frozen, anche in questo caso, il racconto da cui prende origine il film è un racconto totalmente diverso dalla rivisitazione disneyiana. In Frozen, infatti (copio la trama pari pari la Wikipedia), quando una profezia intrappola un intero regno in un inverno senza fine, Anna, una temeraria sognatrice, insieme al coraggioso uomo di montagna Kristoff e alla sua renna Sven, intraprende un viaggio epico alla ricerca della sorella Elsa, la Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al glaciale incantesimo. Anna e Kristoff incontreranno sul loro cammino creature fantastiche come i trolls, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magia dietro ogni angolo. L'improbabile squadra combatterà così contro tutti gli elementi della natura per salvare il regno dalla distruzione. Niente da dire, anzi, mi sembra anche una storia avvincente, ci sono tutti gli ingredienti per farne un film di successo senza cadere nel trito sterotipo della donzella da salvare da cui ormai anche la Disney si sta allontanando. Abbiamo una ragazza temeraria, probabilmente leader del trio, che deve scontrarsi una una perfida sorella e che, possiamo immaginarlo, salverà la situazione e, non è difficile da credere, si innamorerà, corrisposta, di Kristoff, cosa che non mi dispiace neanche troppo, perché non ho nulla contro le storie d'amore e mi piace vederle messe in scena. Non avrei assolutamente nulla da dire su questo film, non prima di vederlo almeno, se non avessi letto la fiaba originale di Adersen, La Regina delle nevi. Una fiaba bellissima. La storia comincia con un antefatto, un giorno il Demonio costruisce uno specchio malefico, che ha il potere di riflettere le cose enfatizzandone la bruttezza e la cattiveria, tutti i diavoli sono particolarmente divertiti dal potere dello specchio e ridono talmente forte che esso si rompe in migliaia di pezzi che si spargono in giro per il mondo. Alcuni di questi pezzi entrano nel cuore degli uomini, rendendoli malvagio ed incapace di vedere il bello ed il buono del mondo. Uno di queste schegge entra anche nel cuore di Kay. Questi è un bambino che abita in una casetta molto vicina a quella dell'amica Gerda, i due "non erano fratelli, ma si volevano bene come se lo fossero stati" e passano le giornate giocando insieme ed ascoltando le fiabe della vecchia nonna. Quando però il cuore di Kay viene colpito dal frammento di specchio, egli comincia a comportarsi in maniera perfida e scontrosa con tutti, tratta male Gerda, scimmiotta la nonna facendo ridere i ragazzini del paese e tutto ciò che un tempo gli sembrava bello e gioioso adesso gli sembra brutto e senza valore. Gerda è molto addolorata per il cambiamento del suo amico, ma il suo dispiacere si moltiplica quando alcuni giorni dopo scopre che Kay è scomparso. Egli, infatti, è stato rapito dalla regina delle Nevi che lo tiene prigioniero nel suo freddo castello. Lì rimarrà, fino a quando riuscirà a comporre con i frammenti di ghiacchio la parola "eternità". Gerda non esita e parte alla ricerca del compagno di giochi, incontrando durante il suo lungo viaggio molti personaggi interessanti e vivendo una serie di peripezie. I personaggi che Gerda incontra sono quasi tutte donne. La prima è una vecchina con qualche rudimento di magia che decide di tenere la bambina con sé, poiché ha sempre desiderato una figliola da accudire, e, con un'incantesimo, le fa dimenticare Kay. Un giorno però Gerda vede una rosa che le ricorda il suo amico, in fretta, abbandona la deliziosa casetta con il suo giardino di piacere e continua la sua ricerca. Viene a sapere di un bambino, la cui descrizione sembra coincidere con quella del dolce Kay, che ha sposato da poco una principessa. Gerda trova quindi la giovane coppia, ma scopre che il novello principe non è il suo amico. Gli sposi, commossi dalla sua storia e dalla sua tenacia, le donano una slitta e dei vestiti nuovi ed il viaggio continua. In seguito Gerda incontra una banda di briganti, o meglio, sono i briganti che incontrano lei e la rapiscono. In un primo momento vogliono ucciderla, ma a salvarla interviene la figlia del Capo dei Briganti, non tanto per bontà d'animo ma perché desidera un'amica con cui trascorrere le giornate. La bambina non è certo una fragile donzella, lo stile di vita dei briganti l'ha temprata, l'ha resa forte e scaltra ( "Tieni il coltello con te anche quando dormi?" chiese Gerda guardandolo un pò impaurita. "Dormo sempre col coltello!" rispose la figlia del brigante. "Non si sa mai quello che può succedere), ma l'essere figlia del Capo l'ha resa anche prepotente e viziata, possiede infatti numerosi animali, che tratta come giocattoli, divertendosi a terrorizzarli e non si fa scrupoli e mordere le orecchie del padre, quando vuole ottenere qualcosa. Nonostante non sia la bambina più simpatica del mondo, la figlia del Capo dei Briganti, si capisce subito, è di cuore buono anche se di carattere ruvido e decide di aiutare Gerda a ritrovare Kay. Bruscamente la libera e le presta la sua Renna, un esemplare molto veloce ed incredibilmente intelligente, tanto da essere in grado di capire e parlare il linguaggio degli umani. Non soddisfatta, le regala anche del cibo ed un paio di guanti e di stivaletti caldi, affinché non geli. La renna di Gerda la porta in Lapponia, da una povera ed intelligente donna, che le indica la strada per la Finlandia, dove troverà una donna che potrà darle l'aiuto di cui a bisogno. Dopo un lungo viaggio a cavallo della renna, Gerda giunge in Finlandia a casa di una donna, esperta di magia e qui abbiamo uno dei dialoghi più significativi della storia 
"Non vuoi dare a questa bambina una bevanda in modo che abbia la forza di dodici uomini e possa vincere la regina della neve?" chiese la renna "La forza di dodici uomini" disse la donna di Finlandia "a cosa servirebbe?"(...)"Ma tu non puoi dare qualcosa alla piccola Gerda, in modo che lei possa avere potere su tutto?" "Io non posso darle una forza più grande di quella che già ha! Non vedi quanto è grande? Non vedi come gli uomini e gli animali la servono, e quanto ha camminato nel mondo con le sue sole gambe? Non deve avere da noi il potere: il potere si trova nel suo cuore perché è una fanciulla dolce e innocente. Se lei stessa non riesce a arrivare dalla regina della neve e a togliere il vetro dal piccolo Kay, noi non possiamo aiutarla!
In questo mondo ghiacciato di streghe, briganti e brigantesse, principi e principesse, regine ed animali di vario genere è proprio Gerda, una  bambina, ad essere secondo la saggia donna di Finlandia, la più forte di tutti. Una bambina che ha camminato nel mondo con le sue sole gambe, fermiamoci a riflettere su questa frase. Non la trovate magnifica ed incredibilmente significativa? La forza di dodici uomini non servirebbe a nulla a Gerda, perché semplicemente non ne ha bisogno, vale molto di meno di quella che già ha: la forza del suo cuore. Questo è Andersen, ricordiamolo bene. Un uomo vissuto nel diciannovesimo secolo scrive chiaramente che una bambina è più forte di dodici uomini. Dopo questo discorso, Gerda sale a cavallo della sua renna e arriva finalmente al castello della regina e lì trova Kay che, come ricorderete, è tutto intento a cercare di comporre con i frammenti di ghiaccio la parola "eternità". E allora...
vide Kay, lo riconobbe, e gli saltò al collo, lo abbracciò stretto e gridò: "Kay! Dolce piccolo Kay! Finalmente ti ho trovato!". Ma lui rimase immobile, rigido e gelido; allora la piccola Gerda pianse calde lacrime, che gli caddero sul petto, gli entrarono nel cuore, sciolsero il grumo di ghiaccio e corrosero il pezzettino di specchio che si trovava dentro; Kay la guardò e lei cantò l'inno:
Le rose crescono nelle valli,
laggiù parleremo con Gesù Bambino!
Allora Kay scoppiò in lacrime; pianse tanto che il granellino di specchio gli uscì dagli occhi, lui riconobbe la fanciulla e esultò di gioia: "Gerda, dolce piccola Gerda! Dove sei stata tutto questo tempo? E dove sono stato io?" e si guardò intorno. "Che freddo fa qui! Com'è tutto vuoto e enorme!" E abbracciò forte Gerda, e lei rise e pianse di gioia, era così bello che persino i pezzi di ghiaccio si misero a danzare di gioia intorno a loro, e quando furono stanchi si fermarono, formando proprio quelle lettere che la regina della neve aveva detto a Kay di comporre. Così finisce la storia de La regina delle nevi, con i due bambini che tornano a casa per mano, con una ragazza che ha salvato il suo amico grazie alla forza del suo animo. Analizzando il racconto più approfonditamente si notano subito delle evidenti metafore con la cristianità, a partire dalla nonna che, quando i due bambini tornano a casa sta leggendo il Vangelo e precisamente il versetto "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli". Lo stesso viaggio di Gerda potrebbe essere visto come un viaggio verso la redenzione cristiana (più che la sua stessa, quella di Kay, il personaggio che deve essere salvato) attraverso i simboli del cristianesimo, come il giardino della vecchina che vuole tenere Gerda come una figlia propria, che potrebbe simboleggiare il giardino dell'Eden o forse, probabilmente, l'insieme dei piaceri terreni a cui a un certo punto della vita si deve rinunciare, non perché essi siano malvagi in sé, ma per la necessità, per la crescita dell'individuo, di vedere oltre. Sia come sia, romanzo religioso o semplice bildungroman (romanzo di formazione), Andersen ha voluto metterne al centro una bambina, una giovane donna, è lei che deve affrontare un percorso di crescità interiore e porsi davanti alle avversità per salvare una persona per cui prova un affetto fraterno e che desidera proteggere (qui è una bambina che protegge ed un bambino ad essere protetto). E' lei che viaggia e vede le cose del mondo, fa esperienza, vive avventure, Kay lo vediamo per la maggiorparte della storia confinato in un castello. Inoltre, Gerda salva Kay con il suo affetto, con la sua bontà, è il suo amore per lui, il suo volere che stia bene a fare uscire dagli occhi del bambino il pezzetto di specchio (altra nota importante, Kay è un bambino che evidentemente non si vergogna di piangere, visto che è proprio il pianto il mezzo attraverso il quale il frammento di vetro scivola via), non i suoi calci rotanti e questo, in un epoca dove troppo spesso la violenza sembra davvero l'unica soluzione, sia per i grandi che per i piccoli, mi sembra sempre un bel messaggio. Capisco bene che la Disney avrebbe probabilmente cambiato alcune cose, tagliato alcune parti, aggiunto canzoni musiche, coerentemente con il suo stile, ma mi dispiace molto che si sia lasciata sfuggire l'opportunità di mettere in scena una fiaba dalla trama così bella ed avvincente (Gerda vive molte avventure, il suo viaggio è lungo, i personaggi numerosi, c'è tutto il materiale per farne un lungometraggio accattivante) e così diversa rispetto ai suoi soliti canoni. Spero che un giorno qualcun'altro decida di mettere in scena la fiaba di Andersen in maniera più fedele alla trama e che ne esca un buon risultato che sicuramente sarò felice di guardare.
Post Scriptum. Come si evince da questo post credo fermamente che anche tra le favole vecchie che troppo spesso tendiamo a riassumere con "il cavaliere salva la principessa" ci siano dei veri capolavori (anzi, la maggiorparte delle fiabe sono, secondi me, dei veri capolavori, anche quelle che parlano di principesse da salvare, ricche di simbolismo e di significato nascosti che sfuggono al giovane lettore) che possiamo tranquillamente leggere alle bambine senza temere che da grandi vogliano diventare tutte delle Cenerentole. Nonostante ciò, è bene sapere che ci sono sempre più favole moderne che raccontano di le diverse realtà del mondo in modo gioioso e spensierato e non posso fare a meno di consigliarvi. A questo proposito mi permetto di fare un po' di schietta pubblicità alla casa editrice italiana (un piccolo orgoglio) LOSTAMPATELLO ed al suo catalogo di libri colorati e divertenti che andrebbero lette senza dubbio a tutti i bambini.
Tra una Bella Addormentata e l'altra ;)

6 commenti:

  1. che la disney sarebbe stata infedele lo si sapeva. Speriamo venga fuori un bel film, gli elementi comunque ci stanno per fare una bella storia con bei personaggi..amore, avventura..speriamo bene

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    1. Sì, prima di commentare il film certamente voglio aspettare di vederlo, però con una fiaba originale così bella e con nessuna apparente ragione per stravolgere così tanto la trama (non ci sono morti, né scene troppo cruente, niente sesso, nulla di scabroso e c'è persino l'happy ending bello pronto in perfetto disneystyle) mi sembra davvero che la Disney abbia sprecato l'occasione. In più mi dispiace che l'età dei protagonisti sia stata alzata, perché mi sembra carino che nei cartoni animati per bambini i protagonisti siano più spesso loro coetanei

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    2. Forse temevano il confronto con l'ottimo film d'animazione sovietico che praticamente spopola dal '57 e ha ispirato Hayao Miyazaki in persona...
      Tra l'altro sembra che l'anno scorso sia uscito un altro film d'animazione, francese, sempre ispirato alla regina delle nevi...

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    3. Credo di avere in mente l'ottimo film di animazione sovietico di cui parli (forse ho postato una parte anche sulla pagina facebook qualche mese fa), pur essendo un prodotto notevole per i suoi tempi ora come ora mi ha lasciata un po' interdetta. Ammiro il fatto che la storia sia stata riportata fedelmente, ma in confronto a un film di animazione odierno, ho trovato i dialoghi piatti, monotoni e i personaggi sempliciotti. Credo che semplicemente leggendo la fiaba ad alta voce si riesca a caratterizzarli meglio. Oggi sul grande/piccolo schermo ci si aspetta un po' più di verve. Posso riconoscerne la grandezza, ma non mi ha appassionato né suscitato nulla.

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    4. Morale della favola (appunto): credo che la Disney di oggi non avrebbe avuto problemi a confrontarsi con il film sovietico (forse sarebbero sorti problemi di diritti di autore con questo --> http://www.youtube.com/watch?v=HJrTHEDgHfY), ma mettendo in scena l'ennesima (pur con i suoi meriti) storia di Principesse abbia sprecato un'occasione

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  2. comunque anch'io sono d'accordo con te sulle fiabe classiche (e sono contento che ne esistano altre "moderne")..e trovo che il "lui salva lei" o la principessa da salvare non sia di per sè maschilista o negativo..è una dinamica che può esistere, va raccontata, e può essere raccontata bene in maniera interessante e non avvilente assieme ad altre

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